Il Forte Diamante è la fortezza più caratteristica e affascinante tra tutte quelle che dominano Genova ed è l’unico a non essere ubicato nel comune cittadino, ma in quello di Sant’Olcese.
Situato sul monte Diamante, da cui il nome, svetta isolato a 670 metri di altezza sulla Valbisagno e Valpolcevera, in posizione strategica per i transiti e gli accessi a Genova.
Il Percorso.
Gli accessi più frequentati sono dal Righi, in un percorso più lungo ma meno faticoso, e da Campi di Sant’Olcese, breve ma ripida.
Il primo maggio abbiamo inaugurato la prima escursione della stagione.
Siamo arrivati con l’auto da Torrazza, da Via Piacenza, fino a Campi di Sant’Olcese, dove si può giungere con il trenino di Casella che parte da Piazza Manin, qui gli orari!
Si può arrivare anche con il servizio pubblico A.T.P. e la fermata è la 2649 Sant’Olcese con qui la cartina per gli orari.
Il sentiero parte subito ripido…e così rimane per tutto il tragitto: 40 minuti di discreta salita tra bosco iniziale e prato aperto dopo la prima parte.
Il discreta è relativo perchè come prima camminata non ne sono uscita indenne, ma siamo andati anche al Fratello Minore! :D
Salendo verso il Forte Diamante spuntavano, tra la vegetazione, ellebori, euphorbia e moltissimi cespugli di timo in fiore!
La vista è impagabile: già salendo si abbracciano le valli sottostanti e sulla cima lo sguardo si allarga su Genova. Si riescono ad individuare Sant’Olcese, si scorre lo sguardo lungo la Valbisagno con il fondovalle e i paesini sulle alture, la Valpolcevera e i suoi ponti rossi della ferrovia, costruiti nella seconda metà del 1800.
Con gli occhi si cerca sempre il Santuario della Guardia, sul Monte Figogna, meta cara a tutti i genovesi!
Soprattutto lo sguardo si volge verso le altre fortificazioni, dal Ratti quasi di fronte per arrivare al vicino Fratello Minore, che si può raggiungere con un breve tratto.
Forte Diamante: la struttura.
Ha una superficie complessiva esterna di 18.110 metri quadrati ed è censito a catasto per un totale di dieci vani disposti su tre piani. Ha una cisterna dalla capacità di 80 metri cubi di acqua.
La caserma centrale è circondata da due cinte murarie quasi simmetriche ed è articolata su tre piani voltati a botte su direttrici parallele alla fronte principale e ripartiti come cappella, magazzino e camerate che potevano ospitare da 40 a 100 uomini.
Il terrapieno retrostante a forma pentagonale ospitava l’armamento.
Un po’ di storia.
Anche se dei documenti testimoniano la presenza di postazioni militari, la Bastia del Pino, già dal 1395, i primi progetti per la costruzione del forte risalgono all’assedio di Genova da parte degli austriaci che occuparono il monte il 13 luglio 1747.
Per problemi finanziari, i lavori partirono però solo nel 1756 grazie a una donazione di Giacomo Filippo Durazzo che donò cinquantamila lire.
A lui fu dedicata una targa, ora scomparsa, con inciso:
Forte dedicato ai Divi Giacomo e Filippo, costruito l’anno 1758 a spese di Giacomo e Filippo Durazzo amantissimi della Patria.
Il progetto originale era degli ingegneri De Sicre e De Cotte e del Maresciallo Antonio Federico Flobert. La costruzione terminò nel 1758 con sostanziali modifiche rispetto al progetto originario.
Nel 1800 il Generale Bertrand difese resistendo il forte dall’assedio degli Austriaci, che avevano conquistato i due Fratelli Maggiore e Minore. In questi combattimenti fu ferito anche Ugo Foscolo che combatteva tra le fila francesi.
Il forte Diamante subì diversi lavori e modifiche fra il 1811 e il 1820 a opera del Genio Militare Sardo, come il rifacimento della copertura e l’ampliamento del forte.
Il Forte Diamante ebbe rilevanza nei moti popolari del 1849 e, in ultimo, nel 1857 con un tentativo di occupazione da parte di rivoltosi mazziniani.
Fu definitivamente abbandonato nel 1914 dal demanio militare, destinato al degrado e, fino a non molti anni fa, riparo per le greggi.
Fonti.
I forti di Genova. Un itinerario turistico culturale, Sagep Editrice 1985
Leone Carlo Forti, Fortificazioni e Ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Compagnia dei Librai 1992