Natale a Genova: mai come in questo periodo la mia città si è vestita a festa. Ha messo da parte il suo naturale riserbo per mostrarsi in tutte le sue bellezze: arte, manifestazioni, luci e le sue vecchie botteghe, uno dei tanti vanti della città!
Genova Turismo ha organizzato un social tour: ambassador, igers, blogger e siti cittadini…tutti insieme per raccontare la città nelle feste di Natale, secondo i propri occhi e le proprie parole. Io mi spoglierò della mia genovesitudine, che ho addosso come una seconda pelle, e racconterò il Natale a Genova con gli occhi del turista: ci riuscirò? Giudicate voi leggendo le mie righe, guardando le immagini e scoprendola di persona…Genova la Superba vi stupirà e vi farà innamorare!

Natale a Genova: il tour
L’appuntamento è alle dodici in una delle trattorie più tipiche della città, l’ Antica Sa’ Pesta. Il locale, che risale presumibilmente agli inizi dell’ottocento, ha mantenuto la sua veste originale: si entra direttamente nel passato! Le piastrelle colorate del pavimento, le antiche volte, le piastrelline bianche, ancora in parte originali, fanno da cornice ai due forni a legna! I tavoli di legno con le gambe tornite e i piani di marmo sono apparecchiati! Qui si può gustare la gastronomia tradizionale della città: la farinata, chiamata nel XV secolo scripilita, per il suo scoppiettare nei testi di rame stagnato.
Mangiamo le torte di verdure e i ripieni genovesi: deliziatevi con una torta che mangerete così solo in Liguria, quella di cipolle, preparata con la prescinsoua, il formaggio che trovate in tante ricette liguri, dal gusto leggermente acidulo. Ricordatevi, a proposito di cipolla, la mitica focaccia genovese, con e senza, comprata nei tanti forni della città…seguite il profumo che si diffonde tra strade e vicoli! Se volete essere proprio genovesi, pucciatela nel cappuccino! Lo so, lo so…non ci credete, ma non sapete cosa vi perdete!!
Usciamo con lo sguardo basso, siamo in tanti: ci guardano un po’ in cagnesco…c’è una fila di adulti e bambini che aspettano di entrare!
Iniziamo il tour del Natale a Genova, infreddoliti (oggi è giornata di tramontana) ma appagati, con la guida che ci condurrà in un viaggio tra presente e passato.
Genova Superba
"Vedrai una città sul mare, Addossata ad una collina alpestre, Superba per uomini e mura, Il cui solo aspetto la indica signora del mare" Petrarca, 1358
“Genova è ancora la città del medioevo, che ha come orizzonte il mondo intero”, ci spiega Alessandro Ravera, la guida che ci accompagna e ci racconta tante curiosità. A pochi passi dalla trattoria ci troviamo in Piazza San Giorgio, una volta il centro di Genova, quella che era la zona del mercato, fulcro della vita cittadina. Il campanile è staccato dalla chiesa perchè, originariamente, era la torre di una famiglia genovese, gli Alberici (la città era piena di torri). In effetti le chiese sono due, una gentilizia e l’altra del comune, dove era conservato il Gonfalone.
Il ‘300 è il periodo più conflittuale, ma anche quello chi ci trasmette le tradizioni del Natale a Genova:
- il pandolce, quello alto, perchè quello basso, il Genoa cake, è di tradizione recente! Ha origine dagli scambi commerciali con l’Oriente: con le spezie e lo zucchero importati nasce un pane zuccherato, un pane dolce, il pandolce!
- il confeugo, dove il doge (il sindaco) riceve il ceppo di alloro dall’abate e gli dà fuoco: da come brucia e si leva la fiamma si avrà la previsione del futuro di Genova per l’anno dopo!
A proposito di predizioni, ci incombe quella di Santa Brigida che, di passaggio a Genova nel 1346, profetizza dalla collina del Righi (da cui si gode un panorama spettacolare) la scomparsa della città, quando dai portici faran botteghe…ecco, appunto…ci arriviamo in via San Bernardo: il più bel portale della città, del quattrocento, con i capitelli uno diverso dall’altro e nel ‘900 già macelleria, diventato “fruttarello”…quante botteghe Santa Brigida???
Arriviamo davanti a un’altra bottega storica, una vegia buttega (la u diventa i nella pronuncia): aperta nel 1929, durante la peggiore crisi economica mondiale del secolo, da Matilde Torrielli che, grazie alla vicinanza con il porto, vende spezie provenienti da tutto il mondo. Qui si trovano tutte le spezie, anche le meno note, che permettono di creare e riprodurre ogni tipo di ricetta. In fondo al vicolo, all’angolo della bottega, si trova Piazza Giustiniani, dove la Famiglia si è arricchita con il monopolio della mastika, una resina detta anche lacrime di Chios, antesignana dell’attuale chewing gum! Il palazzo, originariamente, era costituito da una schiera di case medievali poi assemblate in un’unica costruzione: qui si trova uno dei quattro leoni di San Marco rimasti in città! Si nota la piazza, protetta da un paramuro (muretto che delimita uno spazio aperto), che è privata, come tante altre piazze gentilizie: una caratteristica più vicina al mondo orientale che occidentale!
Il passo inizia ad affrettarsi, abbiamo ancora molto da vedere!
San Giovanni o San Nicola?
Nella Cattedrale di San Lorenzo sono custodite le reliquie del Santo patrono della città, San Giovanni…ma la certezza crolla a ottobre di quest’anno! Un articolo del National Geographic, che ha tralasciato il ruolo di Genova e Venezia nella travagliata vicenda, ha scompigliato le sicurezze dei genovesi. In una città dove Giobatta, GianBattista, Giovanni Battista erano e sono ancora i nomi che identificano l’appartenenza alla Genova Superba, dove il protettore San Giorgio lotta contro i draghi ma rimane in secondo piano, questa scoperta rischia di destabilizzare la nostra identità! Salomonicamente, da genovese doc, propongo di festeggiare a Natale il Santo che ha dato origine a Santa Claus e il 24 giugno San Giovanni, con tutte le belle manifestazioni che celebrano il nostro patrono! In ogni caso, io a San Giovanni non rinuncio, sia chiaro!
In Piazza San Lorenzo troviamo un’altra bottega storica, Rivara, nelle cui vetrine spiccano i mezzeri o mezzari genovesi, colorati teli di cotone con disegnato soprattutto l’albero della vita: lo ritroviamo nel portale della cattedrale, nel suo disegno del 1250.
Una delizia dopo l’altra.
Scendiamo da Via Scurreria dove, con il naso all’insù, perchè a Genova si cammina così, vediamo una delle tante edicole che caratterizzano la città: poste agli angoli e illuminate la notte, servivano per l’orientamento dei cittadini, quando le strade non erano illuminate!
In Piazza Campetto corro letteralmente a bearmi davanti all’ Antica Confetteria Romanengo, che vanta uno tra gli interni più belli! E’ una magia per gli occhi, con le eleganti confezioni che racchiudono delle vere perle di gusto…avete presente la dolcissima sensazione quando sciogliete in bocca, tra lingua e palato, le Ginevrine?
All’esterno si nota una panoplia in marmo con frutta, dove all’apice spicca l’ananas, simbolo di esotismo e di dolcezza.
A malincuore mi allontano, ma subito dopo c’è Klainguti, il bar pasticceria dove potete gustare la torta Engadina, in onore della patria d’origine dei fondatori, e la mitica torta Zena, dedicata a quella di elezione, Genova.
Anche qui non ci fermiamo, il tempo si fa tiranno!
Entrate nei locali storici: un pasticcino qua, il candito là, il ricordo da gustare a casa e da portare ai parenti e amici…una vera esperienza sensoriale in un’atmosfera che non troverete altrove!
In un quadrato è concentrata l’essenza del Natale a Genova: arte, tradizione, luci e…dolcezze! infinite dolcezze!!
Natale a Genova è il presepe e la sua bottega. Lustrati gli occhi e non il palato, all’angolo tra Via Soziglia e Via della Maddalena, arriviamo alla Butteghetta magica, del 1830. Ogni Natale, genovesi e non vengono qui a comprare una nuova statuina per il presepe. A differenza di quello napoletano, il presepe genovese raffigura solo statuine del passato e si estende orizzontalmente, non in profondità! Figura tipica del presepe è Gelindo, un contadino dal cuore buono e un po’ credulone!
Proseguiamo verso la Chiesa della Maddalena, che ospita uno dei tre presepi permanenti: gli altri sono nella Chiesa del Gesù e in via Orefici. Il primo altare nella navata a sinistra è adornato da un bassorilievo marmoreo, il Presepe con Santa Paola Romana del XVII secolo, attribuito a Tomaso Orsolino.
Pausa caffè.
Scendiamo in Via Fossatello e ci lustriamo gli occhi: siamo un gruppo ingombrante, siamo in tanti, ma un caffè non ce lo leva nessuno. Ci accoglie il proprietario della Liquoreria Pasticceria Marescotti Cavo, che ci illustra la storia della liquoreria, rimasta chiusa alla morte di Irma Marescotti e tenacemente da lui riaperta dopo ventinove anni. Qui sono tipici gli amaretti di Voltaggio, segnatevelo! Se capitate una domenica mattina, salite nelle belle sale al primo piano per un brunch, o anche solo per una merenda o una pausa relax, dove sono presenti oggetti antichi della vecchia liquoreria e uno scorcio caratteristico dalla finestra!
Di corsa verso San Luca! Il tempo è volato e, incamminandoci verso la Chiesa, non possiamo non fare una sosta davanti ad Armanino; da foodblogger ho quasi bloccato la nostra guida! C’è da correre…ma…più natalizio di così! Qui si viene a comprare il cedro e l’arancio candito per il pandolce e per la tavola di Natale; in passato, si faceva incetta di frutta candita, torroncini e strisce colorate di bianche e di rosso, dai colori della città, per decorare l’albero di Natale, tradizionalmente di alloro fino all’800. Ricordo mia mamma che, più piccola dei fratelli, raccontava della frutta candita e dei confettini di Natale (una delizia con il rosolio che farà anche tanto ottocento-trine e merletti, ma che io non mi faccio mai mancare!) che il nonno le faceva trovare al ritorno dalla messa di Natale! Entriamo in chiesa e c’è un concerto: è gremita, scatto due foto ma l’ Adorazione dei Magi del Grechetto non si fotografa bene…troppo lontana! Devo tornare per vedere da vicino la tela restaurata nel 1947, che è uno dei più bei quadri del barocco del ‘600 in Italia!
Arriviamo nella Chiesa delle Vigne, dove è allestito uno dei due presepi contemporanei (l’altro è in cartapesta al Museo Diocesiano): affascina il contrasto tra questo bel presepe etnico, volutamente di materiali poveri, e lo stile barocco della chiesa!
Attentato! Attentato!
È come se giungesse una voce dal passato… Mentre ci incamminiamo a passo sempre più incalzante, incontriamo il corteo per il Confeugo…una foto veloce quasi di corsa. Camminiamo rasenti le vecchie carceri di Palazzo Ducale: Alessandro mi racconta che qui fu rinchiuso un figuro veramente losco, assassino, traditore, spia, ladro, tal Raffaele della Torre che congiurò per annettere Genova al regno sabaudo. Denunciato da un compare, A. M. Vico, inviò un bauletto da lui inventato, che si apriva automaticamente esplodendo…però, questi genovesi!!
Il Presepe dei Cappuccini.
Salendo le scale quasi di corsa, ho il tempo di fotografare la particolare statua bifronte della Madonna e Bambino, Sant’Antonio e Bambino, a seconda di come la si guardi: un’iconografia barocca quasi unica in Italia! Ci fermiamo subito dove è allestita la mostra dei presepi dei Cappuccini: le composizioni sembrano quadri, ognuno con preziose statuette provenienti da chiese o conventi dell’ordine. Al centro della sala sono esposte statuine con vestiti bellissimi, tra le quali una con tessuto di jeans!
Ci sentiamo chiamare: “Il confeugo! Il confeugo!” Natale a Genova è anche il Confeugo! Rossana e Fabiana di GenovaMoreThanThis sono già corse via…io mi fermo ancora a scattare una foto (mezza mossa) a un meraviglioso presepe di circa 40 metri suddiviso in tre grandi quadri…tornerò!
Come sarà il 2018?
Ora volo, letteralmente!! Corro, con chi si è attardato come me, a vedere come brucerà l’alloro. La fiamma sarà bianca e dritta? Sarà un buon anno per la città? Mi faccio largo tra la folla in Piazza de Ferrari, è una tradizione molto sentita: eccola!!! Alta e possente: Santa Brigida, per quest’anno stai lassù! Nessuno ci crede…ma tant’è…il fuoco per il prossimo anno ci ha rassicurati! Al prossimo Natale, a Genova: ricordatevi questa cerimonia!
Natale a Genova. Brilla!! Tempo di qualche foto tra noi e ci salutiamo. Non prendo la metro per tornare a casa…ho bisogno di un po’ di tempo per raccogliermi, per pensare alla giornata trascorsa, a quello che ho visto e ho imparato, a come racconterò questa giornata, se sarò capace di trasmettere la mia città, Genova, una Genova Superba che mai è stata come oggi. È in questo momento, prima di allontanarmi da Piazza De Ferrari, che noto le luci accese, l’albero di Natale della Val d’Aveto che svetta illuminato con alle spalle il Carlo Felice, il teatro ricostruito dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, e allora decido. Non torno subito a casa, a raccontare a mio marito la giornata passata, ma vado in giro per la città, con le luci che illuminano tutte le vie, a scattare qualche foto, senza sentire il freddo, senza sentire la stanchezza…
Grazie Genova!
Natale a Genova. Manifestazioni delle festività 2017-2018
Botteghe storiche: http://www.visitgenoa.it/it/botteghe-storiche
Presepi: http://www.visitgenoa.it/evento/il-tempo-dei-presepi-20172018
Capodanno: http://www.visitgenoa.it/capodanno2018
Rolli: http://www.visitgenoa.it/rolli-night-strade-e-palazzi-da-vivere-capodanno
Hai descritto perfettamente lo stato d’animo! Dove vivi?
Sono i miei giri che ormai vivo da turista guidata da una dolce malinconia affettuosa.